I Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) sono difficoltà che le persone mostrano all’inizio del percorso scolastico rispetto le proprie abilità di lettura, scrittura e calcolo. Le persone che presentano un DSA, seppur esposte ad una corretta istruzione, hanno difficoltà nell’ apprendere e automatizzare tali abilità, pur non presentando deficit intellettivi o patologie neurologiche o sensoriali (Manuale Diagnostico e Statistico DSM IV-Tr; ICD-10).
Queste difficoltà portano i bambini, che spesso vengono valutati come pigri o svogliati, ad insuccessi scolastici sviluppando in conseguenza a quest’ultime difficoltà relazionali, emozionali e di autostima. Tali bambini spesso mostrano dei problemi nello svolgimento, nella pianificazione e nell’organizzazione di alcune attività della vita quotidiana mostrando grande fatica nel consolidamento della propria autonomia.
In Italia i bambini con DSA sono scarsamente riconosciuti, benché si calcoli che riguardino 2,5-3,5% della popolazione scolastica (Stella ,1999). Tali difficoltà rappresentano infatti i disturbi che hanno la maggiore incidenza epidemiologica in età evolutiva. In altre parole costituiscono il problema più diffuso e frequente che il bambino può incontrare in età scolare. In relazione a queste considerazioni si ritiene fondamentale sensibilizzare al problema gli operatori sanitari e tutti coloro che si occupano di bambini. Occorre in tal senso formare e informare queste persone in modo da produrre una trasformazione dell’atteggiamento culturale sul problema delle difficoltà di apprendimento, dei processi di letto-scrittura e di calcolo.
Appare importante comprendere che il bambino sia introdotto ad una valutazione, diagnosi e un ad un trattamento in età precoce. Tale processo, in tal senso, rappresenta l’unico sistema per evitare che si vada incontro al radicarsi di difficoltà scolastiche e nel peggiore dei casi al manifestarsi di conseguenze psicopatologiche di maggiore entità.
La valutazione in questo ambito deve essere eseguita da professionisti del settore quali un neuropsichiatra infantile, un logopedista e uno psicologo. Perché la valutazione fornisca come esito la presenza di un DSA le prestazioni del bambino devono risultare al di sotto della media prevista per l’età o la classe frequentata. Poiché i DSA possono manifestarsi in maniera isolata o associarsi tra loro, le abilità di lettura, scrittura e calcolo devono essere attentamente valutate in modo parallelo.
La diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento può essere effettuata solo a partire dalla fine della seconda elementare (Stella,1999). Alcuni indici predittivi di un possibile DSA possono, però, emergere anche in età prescolare, con presenza di difficoltà a livello comunicativo-linguistico, motorio-prassico e visuo-spaziale (Stella, 1999). Alla fine della prima elementare possono anche presentarsi con difficoltà nell’associazione grafema-fonema, con un’eccessiva lentezza nello svolgimento di compiti, con difficoltà nella produzione grafica di lettere, affaticamento e difficoltà attentive o mnestiche (Stella,1999).
Una volta effettuata la diagnosi il bambino deve essere avviato verso un percorso di riabilitazione e compensazione del disturbo. A tale scopo è necessario l’intervento di un professionista, logopedista o psicologo che permetta al bambino, tramite specifiche tecniche terapeutiche, di recuperare gli esiti negativi del disturbo. Affinchè tale intervento vada a buon fine è tuttavia necessario che questo percorso venga svolto in collaborazione con tutte le figure di riferimento del bambino in particolar modo con i genitori, i medici, gli insegnanti e lo staff scolastico.
I disturbi d’apprendimento si possono inoltre classificare in: dislessia, disortografia e disgrafia, discalculia.
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