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L’incertezza di inizare un percorso psicologico

L’incertezza di inizare un percorso psicologico

In buona parte del mondo occidentale lo psicologo è una figura molto diffusa, famosa, di interesse e fascino.

Dai film alla letteratura, dalle serie tv alle aziende, la psicologia anima aree tematiche che riguardano la salute, l’alimentazione, la sessualità, la vita di coppia e familiare, la performance sportiva, il lavoro, la scuola.

In Italia, invece, sembra esserci ancora una forte resistenza a chiamare lo psicologo per affrontare al meglio situazioni individuali, aziendali, di salute, di performance.

Proviamo a capire su cosa si basa, nel nostro paese, questa sorta di resistenza nel rivolgersi ad uno psicologo.

La prima difficoltà. “E’ difficile da dire”
Pissi-cologo, pis-cologo, pi-si-cologo, xi-cologo, spi-cologo, pissico-terrapeuta.
Ma come cacchio si dice?
Il nome di un prodotto deve essere semplice e chiaro, è una delle leggi del marketing. E molti, invece, fanno fatica anche solo a pronunciare la parola psicologo, per colpa di quel maledetto p-s-i-qualcosa.

La seconda difficoltà. Gli psicologi: sono tantissimi e tutti diversi
In Italia ci sono oltre 80mila psicologi, un vero e proprio affollamento, uno ogni 650 persone.
Tantissimi indirizzi (clinica, lavoro, sociale, evolutivo, cognitivo, ecc.);
tante specializzazioni dai nomi enigmatici e anche un po’ spaventosi (cognitivo-comportamentale, psicoanalisi, sistemico-familiare, transazionale, ecc);
tante professionalità diverse che operano a tutto campo.
E’ davvero difficile orientarsi e scegliere quello che fa per noi.
“Riuscirò a non sbagliare? A me serve uno psicologo bravo!”.

La terza difficoltà. Lo Psicologo cura i matti
Nell’immaginario comune, lo psicologo si occupa di gente che non sta bene. Molti chiamano in causa la psicologia solo quando hanno a che fare con problemi mentali, salute o sofferenze psichiche.
Questa disciplina, in realtà, riguarda soprattutto le abilità personali per affrontare la vita in maniera positiva.
La psicologia intende soprattutto diffondere una cultura positiva che guardi alle criticità della vita come a momenti che possiamo superare.
La psicologia è soprattutto per chi vuol stare meglio.

La quarta difficoltà. Cosa diranno di me?
Se dallo psicologo vanno solo i matti, rivolgersi ad uno di loro diventa un segreto, un’onta, una cosa che gli altri non devono sapere.
Molti addirittura non si rivolgono allo psicologo proprio per il pericolo che qualcuno ne entri a conoscenza. Alcuni pazienti chiedono addirittura di non fare la fattura perché tanto non la consegnerebbero a nessuno.
Potete tranquillizzarvi.
Dagli psicologi vanno soprattutto le persone normali… che pensano di essere “matte”! 🙂

La quinta difficoltà. Con le parole non ci faccio niente
Molte persone hanno una immagine dello psicologo come di una specie di consigliere, che usa le parole per insegnare, dire cosa fare e cosa no, come comportarsi, come reagire, come vivere.
Ma la psicologia non è assolutamente un compendio di saper essere quotidiano.
Essa ti aiuta ad arrivare alle risposte per ogni tua domanda, ma ti ci fa arrivare da solo.
E’ un insieme di tecniche pratiche, metodologie e strategie che il cliente fa sue.
Se il vostro specialista si limita ad usare solo le parole e vuole insegnarvi a vivere, cambiatelo.

La sesta difficoltà. Posso farcela da solo
Per stare bene a volte basta poco. Esistono quindi tante alternative a buon mercato allo psicologo.
Molte persone addirittura risolvono spontaneamente le loro difficoltà attraverso esperienze, eventi, traumi o pratiche semplici: corsi di tango, campane tibetane, visioni mistiche, sport, hobby, lettura, riposo, giochi, attività di volontariato, caccia e pesca, figli, ecc. Sono soluzioni semplici e a buon mercato, e fanno stare bene.
Io stesso lo dico sempre ai miei pazienti: ci sono tante alternative alla psicologia. Purché portino al cambiamento desiderato.
Ma ricordate che andare dallo psicologo equivale a farcela da solo, perché lui non vende soluzioni per problemi personali, le cerca in voi stessi.

La settima difficoltà. I preti lo fanno meglio
Nel trattamento dell’anima, della coscienza, delle sensazioni, del pensiero, della volontà, i sacerdoti possono senz’altro vantare molta esperienza. Qualcuno addirittura pensa che lo psicologo sia una sorta di prete contemporaneo che fa espiare colpe, ricevere perdoni, confessar peccati.
Si sbagliano, però: lo psicologo non giudica, non perdona, non valuta in termini di giusto e sbagliato. Ogni persona è libera di scegliere le proprie strategie di felicità ed infelicità, autonomamente.

L’ottava difficoltà. Mi fido più di un medico
Quando si parla di salute o comportamento, in Italia ci sono specialisti molto più famosi: medici, psichiatri, neurologi, neuropsichiatri, educatori, coach, counselor, trainer.
La psicologia è una specie di seconda scelta.
Ma tutti i competitors fanno riferimento quasi esclusivamente ad essa, alle sue applicazioni, alle sue teorie. Vi siete mai chiesti il perché?

La nona difficoltà. C’è gente in terapia da 10 o 20 anni…
La psicoterapia è una scelta personale, un intervento condiviso e compartecipato con una precisa scadenza temporale.
Lo dico spesso ai miei pazienti: il mio obiettivo è quello di non vederli più.
Se vuole, comunque, il paziente può consultare uno psicologo anche per anni. Ma, volendo, anche per una singola seduta.
Anzi, alcune volte basta proprio un singolo incontro.

E infine….la decima difficoltà. Ho letto molti libri di psicologia
Molti credono di poter affrontare al meglio la vita leggendo libri sull’assertività, l’intelligenza emotiva, il narcisismo e altri argomenti psicologici.
Seguendo questo ragionamento, leggendo libri di arte, sarei un artista?
Leggendo è davvero difficile scoprire qualcosa di noi stessi. Tutt’al più si può imparare, capire, confrontarsi, ispirarsi.
Non limitatevi a leggere libri di psicologia. Lavorate su voi stessi, piuttosto. Mettetevi in discussione.

In conclusione
Insomma, la paura dello psicologo in Italia è il risultato di più forze:
– Fattori storico-culturali, che hanno fatto si che le prima facoltà nascessero solo negli anni 80′, mentre nel resto del mondo nascevano laboratori e corsi di studio a partire dall’inizio del novecento
– L’orgoglio personale, che non ci fa confrontare con nessuno; come se lo psicologo volesse insegnarvi qualcosa.
– Il pregiudizio, che ci fa temere la materia e le tecniche; come se fosse mai morto qualcuno di psicologia.
– I modelli nei mass-media, che rasentano spesso l’ovvietà e la retorica: imperversano i consigli pratici per risolvere problemi, i come farlo impazzire o divorziare, passando per le ricette per vivere al meglio, ecc, ecc. La reputazione della materia viene messa in discussione ad ogni singola semplificazione.

Ma la psicologia è qualcosa di molto diverso, di esattamente opposto.
La psicologia tratta di complessità. E ti incoraggia a fare i conti con te stesso.
Per questo è una cosa difficile da accettare, e molti la rifiutano.

Andiamo oltre.
Affrontiamo il cambiamento.
Non abbiamo timore di metterci in gioco.
Affrontiamo le nostre difficoltà.