Quanti pensieri, quante riflessioni sono stati fatti nel tempo sui percorsi di crescita psicologica, sulla psicoterapia…..Seconda Navigazione ne ha raccolti alcuni da condividere con Voi:
“La potenza della parola nei riguardi delle cose dell’anima sta nello stesso rapporto della potenza dei farmaci nei riguardi delle cose del corpo”. (Gorgia 483 a.C. circa – 375 a.C.)
“Della psicoterapia si potrebbe dire quanto si dice della psicologia stessa: ha una storia breve, ma un passato antico. In effetti, il tema della “cura degli affetti” è antico quanto la civiltà stessa, ed i tentativi empirici del “prendersi cura” della sofferenza emotiva e dei disturbi psichici sono parte integrante dei sistemi medici dell’antichità, sia occidentale che orientale.” (Erich Fromm)
“La chiave della psicoterapia è la comprensione. Senza di essa nessun approccio o tecnica psicoterapeutica ha senso o è efficace a livello profondo. Solo con la comprensione si è in grado di offrire un aiuto reale. Tutti i pazienti hanno un bisogno disperato di qualcuno che li capisca. Da bambini non furono capiti dai genitori; non venivano considerati individui con dei sentimenti, non venivano rispettati in quanto esseri umani. Lo psicoterapeuta che non riesce a capire la pena dei suoi pazienti, a sentire la loro paura e a conoscere l’intensità della loro lotta per difendere il proprio equilibrio in una situazione familiare che potrebbe condurre alla pazzia, non è in grado di aiutare efficacemente i pazienti a superare il loro disturbo”. (Alexander Lowen)
“La relazione psicoterapeutica non deve essere un’educata conversazione o una chiacchiera da salotto, ma deve avere il carattere dell’immediatezza: lo psicoterapeuta non deve mai mentire, né cercare di compiacere o impressionare. Deve restare se stesso, il che significa che deve aver lavorato con se stesso”. (Erich Fromm)
“Originariamente le parole erano magie e, ancor oggi, la parola ha conservato molto del suo antico potere magico. Con le parole un uomo può rendere felice l’altro o spingerlo alla disperazione, con le parole l’insegnante trasmette il suo sapere agli allievi, con le parole l’oratore trascina con sé l’uditorio e ne determina i giudizi e le decisioni. Le parole suscitano affetti e sono il mezzo comune con il quale gli uomini si influenzano tra loro. Non sottovaluteremo quindi l’uso delle parole nella psicoterapia”. (Sigmund Freud)
“Praticare la psicoterapia, non significa fare qualcosa al soggetto, né convincerlo a fare qualcosa per sé; si tratta invece di liberarlo perché possa crescere e svilupparsi in modo normale, e di rimuovere ostacoli in modo che possa andare avanti”.(Carl Rogers)
“La psicoterapia consiste semplicemente nella liberazione di capacità già presenti allo stato latente. In altri termini, implica che il cliente possegga, potenzialmente, la competenza necessaria alla soluzione dei suoi problemi. Tali punti di vista sono pertanto in netta opposizione alla concezione della terapia come una manipolazione, da parte dello specialista, di un “organismo” più o meno passivo”. (Carl Rogers)
“La psicoterapia deve concentrarsi sulla creazione di nuove /ipotesi/previsioni che costituiscano un livello più elevato verso l’invenzione di un nuovo sistema di significati, piuttosto che cercare di riparare o rattoppare i guasti del sistema corrente”. (George Kelly)
“Lo scopo dello psicoterapeuta non è di produrre uno stato mentale ma di produrre una mobilità mentale che permetta di seguire un percorso nel futuro.” (George Kelly)
” […] Rivediamo le linee che caratterizzano la psicoterapia per quanto riguarda il suo sviluppo storico. Quanto al metodo, la psicoterapia si rivolge alla psiche attraverso l’unica via praticabile, la comunicazione; il suo strumento di comunicazione è la parola (o per meglio dire il linguaggio verbale e preverbale), che è ‘farmaco’ e allo stesso tempo messaggio; la sua cornice la relazione interpersonale psicoterapeuta-paziente. In ultimo, la finalità della psicoterapia è curare (prendersi cura), e ogni processo di comunicazione che non abbia questo proposito (insegnamento, indottrinamento, catechesi) non sarà mai psicoterapia”. (Horacio Etchegoyen)
“La psicoterapia e i problemi che portano le persone a chiedere un aiuto psicologico, emergono quando i valori della cultura crollano. E poiché questi valori sono mediati dai miti, è nel crollo dei miti che possiamo più chiaramente discernere i conflitti che spingono le persone a rivolgersi a uno psicoterapeuta. Un sogno è un mito privato; un mito è un sogno pubblico”. (Rollo May)
“Il compito dello psicoterapeuta, contrariamente ad un diffuso malinteso, non è affatto quello di «trovare» cos’è che non va nel paziente per poi poterglielo «dire». Altri glielo «avevano già detto» per tutta la sua vita e, nella misura in cui ha accettato le parole altrui, egli stesso «se lo diceva». […] Il lavoro dello psicoterapeuta non consiste nemmeno nell’imparare delle cose riguardo al paziente per poi insegnargliele, bensì insegnare al paziente come imparare ciò che concerne se stesso. Questo significa che il paziente deve diventare direttamente consapevole di come realmente funzioni in quanto organismo vivente; e questo avviene sulla base di esperienze concrete e non verbali”. (Fritz Perls)
“È nel momento in cui mi accetto così come sono che io divengo capace di cambiare”. (Carl Rogers)
“Il fine della psicoterapia è educare alla capacità immaginativa e insegnare l’arte di vivere fra le immagini: “guarire” sarà ritrovare il senso perduto del vivere e del morire entro un cosmo immaginale, attuare “storie che curano”, dove una vita possa finalmente aver dimora”. (James Hillman)
“Compito dello psicoterapeuta è quello di assistere la persona nella ricerca del suo vero sé e poi di aiutarla a trovare il coraggio di essere quel sé”. (Rollo May)
“Sono gli atteggiamenti e i sentimenti dello psicoterapeuta, piuttosto che i suoi orientamenti teorici, ad essere importanti nella relazione psicoterapeutica”. (Carl Rogers)
“La psicoterapia è una professione di curatori laici di anime, i quali non hanno bisogno di essere medici, e non dovrebbero essere sacerdoti”. (Sigmund Freud)
“Psiche” è un vocabolo greco che significa “anima”. Perciò per “psichico” s’intende “trattamento dell’anima”; si potrebbe quindi pensare che voglia dire trattamento dei fenomeni patologici della vita dell’anima. Ma il significato dell’espressione è diverso. Trattamento psichico vuol dire invece trattamento a partire dall’anima, trattamento di disturbi psichici o somatici, con mezzi che agiscono in primo luogo e direttamente sulla psiche umana.
Questo mezzo è costituito anzitutto dalla parola, e le parole sono anche strumento fondamentale del trattamento psichico. Certo, difficilmente il profano potrà comprendere come le “sole” parole del medico possano rimuovere disturbi patologici somatici e psichici. Penserà che gli si chieda di credere nella magia. E non ha tutto il torto; le parole dei nostri discorsi di tutti i giorni sono solo magia attenuata”. (Sigmund Freud)
“La psicoterapia non è per tutti, esige la disponibilità ad affrontare qualcosa che non è facile. Ma se ci impegniamo con pazienza e perseveranza, con l’aiuto di un buon psicoterapeuta, a poco a poco la nostra vita si sistema, si equilibra. Le emozioni perdono il loro potere tirannico. In psicoterapia, scopriamo che la prima cosa su cui lavorare è la nostra mente affaccendata e caotica. Siamo tutti presi in un modello di pensiero frenetico e disfunzionale, e il primo problema che la psicoterapia affronta sta nel renderlo più chiaro ed equilibrato. Con la mente chiara e bilanciata, non più dominata dagli oggetti esterni e interni a noi, può prodursi un’apertura, per un attimo possiamo capire chi siamo davvero”. (M.I.)
“La psicoterapia non è un “acchiappanuvole”, ma un modo per entrare in contatto con la vita. In psicoterapia si apre l’intuizione di un altro modo di vivere. Abbandoniamo a poco a poco la direzione egocentrica, non per una direzione “eterocentrica”, perchè noi siamo sempre inclusi, ma per una direzione di apertura totale”. (M.I.)
“Il segnale che mi indica che sto effettivamente utilizzando al meglio il mio percorso di psicoterapia è semplicemente questo: i periodi di chiarezza si allungano, mentre quelli di confusione si accorciano”. (M.I.)
“Nella relazione psicoterapeutica spesso comprendiamo che preferiamo tenerci aggrappati alla nostra storia e ai motivi (pensati) del perché siamo così come siamo, invece di lavorare con la realtà di ciò che siamo”. (M.I.)
“Finché non vediamo quello che facciamo continueremo a farlo. Uno dei compiti della psicoterapia è aumentare la capacità di vedere. Situazione scabrosa…, perchè non si può dire che siamo smaniosi di vedere!” (M.I.)
“La motivazione è il fondamento della psicoterapia. L’intero percorso psicoterapeutico nasce dalla nostra motivazione, senza la quale non si può procedere. La motivazione, nel contesto del percorso psicoterapeutico, non è altro che la nostra natura che aspira a realizzarsi e a manifestarsi”. (M.I.)
“Il primo stadio di un percorso di psicoterapia è la comprensione di quanto raramente siamo presenti. Non sperimentiamo la vita: la pensiamo, la immaginiamo, la subissiamo di opinioni. Praticando con pazienza e perseveranza il nostro percorso di psicoterapia, raggiungiamo (forse) il secondo stadio. Prendiamo consapevolezza delle barriere che erigiamo contro la vita: pensieri, emozioni, autoinganni, fughe e manipolazioni, che ora sono viste e palesate con più facilità. Questa “oggettivazione” è dolorosa ma rivelatrice; insistendo, le nuvole che velano il paesaggio si alzano.
Il passo successivo è il cruciale, risanante terzo stadio: l’esperienza diretta che la vita spalanca attimo dopo attimo. Semplice? Sì. Facile? No”. (M.I)
“Si può descrivere un percorso di psicoterapia in termini molto semplici: passare da un modo di vita in cui danneggio me stesso e gli altri, a una vita in cui non danneggio né me stesso né gli altri. E’ semplice, ma le difficoltà nascono quando sostituiamo alla sperimentazione diretta di ciò che siamo l’idea che noi dovremmo essere diversi o migliori di ciò che siamo, o che la nostra vita dovrebbe essere diversa da quella che è. Sostituendo, alla vita così come è, idee di come dovrebbe essere (concetti come ‘Non devo essere arrabbiato/a, confuso/a, restio/a, ecc.), sbagliamo la partenza e la psicoterapia diventa sterile. Se corriamo per un paio di isolati, per tre o dieci chilometri, sapremo cosa vuol dire correre per queste distanze, ma non sapremo ancora come è correre un’intera maratona. Possiamo elencare varie teorie, tracciare grafici delle reazioni fisiologiche di un maratoneta, accumulare una serie di nozioni, ma tutto ciò non costituisce l’esperienza diretta. Per sapere cos’è una maratona bisogna correrla. Per capire la vita bisogna sperimentarla direttamente, invece di sognare come sarebbe se solo potessimo fare questo o quello, se solo potessimo avere quell’altro….” (M.I.)
“Quello che, durante la psicoterapia, non riesce a sopportare lo psicoterapeuta, non lo riesce a sopportare neanche il paziente” (Carl Gustav Jung)
“E la psicoterapia? Mah, la psicoterapia può essere definita in tanti modi, ma a me piace vederla come un percorso personale orientato alla comprensione, alla realizzazione e all’espressione della propria umanità. Ci vuole tutta una vita per diventare un essere umano”… (M.I.)
“Lo psicologo (come pure lo psicoterapeuta) è un perturbatore strategicamente orientato che gioca il proprio ruolo professionale principalmente attraverso due fondamentali strumenti: se stesso e la relazione che instaura con il cliente”. (Vittorio Guidano)
“Se lo psicoterapeuta deve poter custodire il silenzio, è perché attribuisce un valore assoluto alla parola del paziente”. (Jacques Lacan)
“…Non possiamo cambiare neppure una virgola del nostro passato, né cancellare i danni che ci furono inflitti nell’infanzia. Possiamo però cambiare noi stessi,”riparare i guasti”, riacquisire la nostra integrità perduta. Possiamo far questo nel momento in cui decidiamo di osservare più da vicino le conoscenze che riguardano gli eventi passati e che sono memorizzate nel nostro corpo, per accostarle alla nostra coscienza. Si tratta indubbiamente di una strada impervia, ma è l’unica che ci dia la possibilità di abbandonare infine la prigione invisibile – e tuttavia così crudele – dell’infanzia e di trasformarci, da vittime inconsapevoli del passato, in individui responsabili che conoscono la propria storia e hanno imparato a convivere con essa….”. (Alice Miller)
Le migliori qualità umane
[…] “Il terapeuta costruttivista ha ancora un altro dovere, che consiste nell’esprimere le sue migliori qualità umane affinché il cliente le possa utilizzare. L’esigenza è che il terapeuta metta a disposizione del cliente la parte migliore di sé. Il tipo di validazione o invalidazione che si verifica a portata di mano del terapeuta, durante l’ora di terapia, dovrebbe basarsi su ciò che di meglio egli da offrire. Questo deriva dalla posizione specificata da Kelly, secondo il quale il terapeuta serve da validatore durante l’ora di terapia: “Il terapeuta coglie il meglio che si possa trovare nella natura umana e lo rappresenta in modo tale da consentire al cliente di validare su di esso i suoi costrutti” (Kelly, 1955, p. 593). Un altro modo per esprimere questa idea è dire che per un cliente è molto utile se il suo terapeuta è in grado di essere ragionevolmente creativo”.(Franz R. Epting)
“Sogno una psicoterapia compatibile con il mondo come sta andando: un mondo aperto, poliglotta, politeista, cosmopolita, ricco di cose e di esseri che non intendono scomparire.
Sogno una psicoterapia che sia in grado di integrare le famiglie, gli esperti, che provengano da discipline ‘psi’ o da altre discipline, le divinità – in particolare quelle degli altri – gli invisibili, gli oggetti terapeutici.
Sogno una psicoterapia che accetti di trasformare realmente lo spazio della consultazione in un luogo di dibattito contraddittorio, come lo è la scena pubblica.
Sogno una psicoterapia che, pur ammettendo la modernità nella sua complessità, non abbia dimenticato le lezioni della storia, che si ricordi delle comunità di un tempo dove l’efficacia era valutata dagli utenti…
Sogno una psicoterapia che non sia più paralizzata davanti alla psicoanalisi, che accetterebbe di pensare a delle parole scomparse: ‘dimenticare’, per esempio…., che saprebbe descrivere la sua azione in termini di ‘concertazione’, di ‘negoziazione’ e di ‘diplomazia’… una psicoterapia, infine, che non faccia più finta di ignorare che è terapeutica, proprio perché è sociale, proprio perché è politica”.(Tobie Nathan)
“Abbiamo bisogno soprattutto di un sistema di psicoterapia che non si fondi sul contenuto di una cultura particolare […] ma sulla percezione corretta della natura della cultura come tale: su di una comprensione delle categorie culturali. Questo è lo scopo che personalmente mi sono prefisso e a cui mi sono consacrato quasi esclusivamente da parecchi anni”. (Georges Devereux)
“Occorre chiarire che per sua stessa natura, il processo psicoterapeutico non è il trattamento di una malattia, ma un’avventura di autoesplorazione e di autoscoperta; in tal modo dall’inizio alla fine il paziente sarà il protagonista principale. Il terapeuta funziona come colui che guida, che crea un contesto, che aiuta l’auto esplorazione, e occasionalmente da’ un’indicazione, introducendo ad una prospettiva rielaborativa. La qualità essenziale del terapeuta non è solo la conoscenza di tecniche specifiche, anche se queste sono una competenza necessaria, e sono piuttosto semplici e possono essere apprese in tempi relativamente brevi. I fattori importanti sono il suo grado di consapevolezza e la sua capacità di partecipare senza paura e pregiudizi ad esperienze intense e singolari, insieme alla capacità di saper affrontare situazioni nuove che non rientrano in una struttura teorica convenzionale”. (Stanislav Grof)
“ (Il) […] problema fondamentale della psicoterapia[…] (riguarda) il problema del progressivo svuotamento della stanza. All’inizio della terapia la stanza può contenere centinaia di persone: si tratterà, in primo luogo, di tutti i componenti della famiglia del soggetto nell’arco di diverse generazioni; ma vi saranno anche altre persone significative. Fra esse inevitabilmente compariranno anche individui introiettati del terapeuta – ma una buona terapia è garantita dal fatto che egli conosce bene le macchinazioni della famiglia da lui interiorizzata e le mantiene sotto controllo. Man mano che si procede col trattamento, il paziente identificherà i componenti di questa vasta famiglia e tutte le sue diramazioni; e chiederà loro in modo appropriato di «lasciare la stanza». Non rimarranno infine che due persone, libere di incontrarsi o di lasciarsi. La conclusione ideale della terapia è quindi la dissoluzione definitiva del dualismo terapeuta/«terapeutizzato» – e cioè di quello stato illusorio di non-relazione nel quale la terapia è inevitabilmente costretta ad iniziare e che deriva dal sistema familiare a duplice ruolo, educatore-educato. I genitori si lasceranno mai educare dai propri figli?” (David Cooper)
“Se potessimo capovolgere la tendenza degli ultimi 150 anni, se potessimo cioè collocare storicamente la psicoterapia e smettere di costruire e proteggere l’interiorità personale, potremmo forse contribuire alla creazione di una critica culturale più completa e produttiva. In tal modo, potremmo riuscire a colludere di meno con il capitalismo contemporaneo e a trovare strade realmente efficaci per trattare le origini principali del disagio psicologico: le strutture politiche ed economiche della nostra realtà sociale. Alla lunga, questo, potrebbe apportare un maggior tasso di guarigioni”. (Phillip E. Cushman)
“Se il terapeuta guarda alla persona come una “cosa” e cioè come a un fenomeno da classificare nosograficamente, le sue possibilità di aiutarla saranno minime, perché egli non riuscirà mai a capirla e solo riuscendovi potrebbe aiutarla. Nel rapporto fra io e l’altro mi trovo in un dilemma apparentemente insolubile: se voglio conoscere devo oggettivare, ma se oggettivo l’essere umano non lo posso conoscere”. (M.I.)
“La psicoterapia dovrebbe far sentire alla persona che sta tornando a vivere” (George Kelly)
“Scopo della psicoterapia costruttivista è quello di aiutare una persona a ri-costruire la propria vita senza che essa rimanga vittima del proprio passato” (George Kelly)
“La psicoterapia, in condizioni ottimali, costituisce un’esperienza che rivitalizza e risveglia; un’impresa che infonde coraggio e vitalità. Rappresenta l’opposto della situazione in cui si perpetua una sorta di vita affievolita e intorpidita. La persona attraverso la psicoterapia risveglia le qualità creative e spontanee troppo a lungo trascurate nell’esperienza quotidiana.” (Franz R. Epting)
“Per la psicoterapia costruttivista il disturbo della persona non può essere separato dalla sua personalità. Il modo in cui una persona si deprime, manifesta una disfunzione erettile o un vaginismo, accuserà uno stato d’ansia o un disturbo psicosomatico, sarà diverso da quello di un’altra: possono esserci degli aspetti in comune, come ad esempio i pensieri negativi, le preoccupazioni, ecc.., ma il contenuto dei pensieri sarà sempre particolare. La teoria dei costrutti personali (TPC) definisce un disturbo psicologico come qualsiasi costruzione personale che venga usata ripetutamente nonostante una continua invalidazione. Una persona è in difficoltà quando il sistema di costrutti che usa la tradisce, quando non può dare un senso a ciò che le accade. E’ allora che può sviluppare quelli che sono noti come ‘sintomi’ “. (M.I.)
“Proprio come lo studente ricercatore che non sa organizzare un progetto di ricerca in una domanda adeguata, il paziente spesso è così vicino al problema da non saper distinguere la foresta dagli alberi. La psicoterapia deve cominciare non fornendo risposte, ma generando domande migliori a mano a mano che vengono prese in considerazione costruzioni alternative. Il modo in cui il problema è formulato è di solito parte del problema stesso” (Trevor Butt)
“Nessuno abbandona alla leggera il suo attuale contatto con la realtà: è una scelta costellata di minacce e difficoltà. L’incoraggiamento di nuove costruzioni è un esercizio creativo che rappresenta chiaramente la forma più radicale che la psicoterapia può prendere” (Trevor Butt)